Il Rimpatrio di Ayrton Senna

Rimpatrio di Ayrton Senna

Il rimpatrio di Ayrton Senna

Esistono tante formule diverse per rimpatriare una salma nel proprio Paese d’origine, sia via terra, che per via aerea. Nel trasporto in volo, le opzioni sono ancora una volta molto numerose: è possibile cremare il defunto e imbarcare l’urna contenente le ceneri come bagaglio a mano; spedire il feretro nella stiva di un volo di linea, oppure tramite volo privato. Le opzioni, senza alcun dubbio, sono molteplici, ma quella scelta nel 1994 per il rimpatrio di Ayrton Senna, Campione del mondo di Formula 1, è una delle più particolari.

Rimpatrio di Ayrton Senna

Chi era Ayrton Senna

Facciamo un passo indietro, qualora questo personaggio fosse sconosciuto a qualcuno. Ayron Senna è stato un pilota brasiliano, attivo in Formula 1 dal 1984 al 1994. Chiamarlo pilota è in realtà riduttivo, poiché è ricordato da tutti come uno dei migliori campioni della storia delle corse automobilistiche. Nato a San Paolo, Brasile, il 21 Marzo del 1960, con il cognome Da Silva, Ayrton decide di prendere il cognome da nubile di sua madre, Neide Johanna Senna. Fin da giovane inizia a mostrare grande talento nelle corse con i kart, vincendo numerosi campionati degli anni Settanta ed esordendo così nella massima categoria, la Formula 1, nel 1884.

La sua guida estrema e sprezzante del pericolo, lo porta a primeggiare in ogni sfida con i propri rivali e ad affascinare chiunque abbia la possibilità di ammirare le sue imprese. Ayrton vince così ben tre Campionati del Mondo di Formula 1, nel 1988, 1990 e 1991, tutti alla guida della McLaren. Nel 1994 corre con la Williams, tuttavia la sua vita viene stroncata quell’anno da un violento incidente in pista, durante il Gran Premio di San Marino, sul circuito di Imola.

Ayrton Senna da Silva non è solo un grande campione dell’automobilismo, ma anche un grandissimo filantropo. Il paulista è conosciuto in tutto il suo Paese per la lauta beneficenza che è solito fare per i bisognosi. Nel proprio testamento indica cospicue somme da spendere in opere di beneficenza e, pochi mesi prima di morire, confida alla sorella la propria intenzione di finanziare strutture a tutela dei bambini e della loro crescita. 

 

La sua morte improvvisa scuote non solo gli appassionati di automobilismo, ma tutta la popolazione brasiliana, che lo ammira per la grande umanità con la quale si propone al mondo e per i concreti aiuti che fornisce al proprio Paese d’origine. Per questo motivo, anche il suo rimpatrio sarà molto particolare, coinvolgendo le più alte cariche istituzionali dell’epoca e adottando soluzioni mai ripetute per nessun altro.

Rimpatrio di Ayrton Senna

Il rimpatrio di Ayrton Senna

Il rimpatrio di Ayrton Senna, per raggiungere il Brasile dall’Italia, deve chiaramente passare per via aerea. Tuttavia, non si tratta di un volo qualsiasi. Ecco cosa accade in quei giorni.

Alle 14:17 del 1° Maggio 1994, durante il Gran Premio di San Marino, Ayrton Senna colpisce il muro della curva Tamburello, presso il circuito di Imola, a grande velocità. Il cranio del pilota viene colpito dal piantone della sospensione anteriore destra, penetrato nella visiera, e Ayrton perde la vita.

Alle 17:20 del 3 Maggio, dopo la dovuta autopsia, la bara di Ayrton lascia l’Istituto di Medicina Legale di Bologna su una Mercedes nera e arriva all’aeroporto Marconi di Bologna. La bara è coperta dalla bandiera verde e oro del Brasile ed è diretta a San Paolo, dove si svolgeranno i funerali.  Il rimpatrio di Ayrton senna ha inizio in questo momento.

Dato l’incredibile impatto del pilota nelle vite di innumerevoli brasiliani, è proprio l’allora presidente del brasile Itamar Franco a telefonare al suo corrispettivo italiano, Oscar Luigi Scalfaro, per affrettare le pratiche burocratiche del rimpatrio di Ayrton Senna. Scalfaro non solo si adopera per sostenere le richieste di Franco, ma mette anche a disposizione un volo governativo, che trasporti il feretro di Senna fino all’aeroporto di Charles de Gaulle, in Francia. Da lì, il volo intercontinentale Varig 723 lo riporterà in Brasile.

Una nuova particolarità del rimpatrio di Ayrton Senna avviene adesso, sul volo per San Paolo. Infatti il responsabile della holding di Senna, Celso Lemos, chiede al presidente di Varig di non imbarcare la bara nella stiva, ma di trasportarla all’interno della cabina. Il presidente accetta e per assecondare la richiesta vengono smantellati diversi sedili, dove viene collocato il feretro. La bara rimane coperta dalla bandiera del Brasile e viene circondata da alcune tende, per separare la zona dal resto dello spazio, dove si trovano i passeggeri.

 

Una volta atterrato il volo, non è un’autofunebre ad attendere il feretro di Ayrton, ma un camion dei pompieri, sul quale viene sistemato da alcuni cadetti della polizia militare. Il camion deve attraversare una grandissima folla di persone, venute proprio per vedere il proprio eroe tornato in patria. Le pompe funebri incaricate del servizio si trovano nel centro della città, a 30km dall’aeroporto: il viaggio si trasforma in una vera e propria processione, attraversando le favelas della periferia, i grattaceli del centro, le ville e sostando anche davanti al palazzo dell’Assemblea Legislativa dello Stato di San Paolo. 

Ayrton è accolto come un vero eroe nazionale, con lo schieramento dell’intera milizia brasiliana e gli omaggi di tutta la popolazione paulista. Anche il presidente Franco esprime con un messaggio ufficiale il proprio cordoglio per la perdita di un connazionale così rispettato, ammirato e amato.

Rimpatrio di Ayrton Senna

I funerali di Ayrton Senna

I funerali si svolgono il 4 Maggio alle 11:00 e chiaramente la partecipazione è innumerevolmente alta. Tutto il Brasile è addolorato dalla perdita del proprio eroe e la presenza emotiva, oltre che fisica, è chiaramente tangibile quella mattina. È presente tutta la famiglia di Ayrton, la madre, il padre i fratelli, la fidanzata attuale, ma anche le vecchie conoscenze, gli amici, i colleghi. Giornalisti da tutto il mondo – alcuni dei quali presenti anche sul volo del rimpatrio. Nella chiesa ci sono anche gli avversari, ma prima di tutto amici, di Ayrton. Tra questi, proprio il grande rivale storico Alain Prost non poteva assentarsi dall’omaggiare e salutare il compagno di quelle imprese che per anni avevano affascinato milioni di spettatori, prestandosi addirittura come portatore del feretro all’ingresso della chiesa.

Ci sono tanti modi di trasportare un defunto verso il proprio Paese d’origine e tutti questi comprendono la delicatezza e la cura, che in queste situazioni non devono mai mancare. La partecipazione immensa – di un intero Paese – al cordoglio per la morte di Senna, evidenzia ancora di più l’ammirazione di cui una persona possa godere e quanto forte possa essere l’impatto di un decesso. Nella quotidianità i rimpatri avvengono spesso con procedure piuttosto standard, ma nessun rimpatrio è mai scontato: il dolore di chi perde un caro in un Paese lontano e distante non va mai sottostimato. Il rimpatrio di Ayrton Senna è senza dubbio uno dei più particolari della storia e mostra la grande ammirazione di cui il campione godeva; tuttavia ogni rimpatrio è una pratica a sé stante e, per quanto standard possano essere le procedure, ogni defunto è stato importante nelle vite dei suoi cari.

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