Poesie sulla morte

Poesie sulla morte

Sono molti gli autori che nel corso dei secoli hanno deciso di scrivere poesie sulla morte, un tema delicato e difficile da affrontare.

Molti ne hanno parlato con leggero distacco, altri l’hanno vissuta perdendo persone a loro molto care e questo ha scaturito un sentimento di dolore e sofferenza che hanno riversato nei bellissimi testi che sono giunti fino a noi.

In questo articolo abbiamo riportato alcune delle poesie più belle sulla morte. Queste molto spesso sono anche un pensiero da far leggere a chi sta vivendo questo momento, in modo da trovare conforto nelle parole di chi ha già vissuto il dolore della perdita.

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Poesie sulla Morte

IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI – UGO FOSCOLO

Questa poesia di Ugo Foscolo è dedicata a suo fratello Giovanni, morto suicida a causa dei debiti. L’autore inizia rivolgendosi direttamente alla persona scomparsa e qui vediamo alcuni dei temi ricorrenti nella poetica foscoliana: il dialogo tra vivi e morti, la lontananza dalla propria terra vissuta con dolore, il destino. Foscolo ci ha regalato uno dei poemi più belli della sua epoca.

Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, mi vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de’ tuoi gentili anni caduto:

la madre or sol, suo dì tardo traendo,
parla di me col tuo cenere muto:
ma io deluse a voi le palme tendo;
e se da lunge i miei tetti saluto,

sento gli avversi Numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta;
e prego anch’io nel tuo porto quiete:

questo di tanta speme oggi mi resta!
straniere genti, l’ossa mie rendete
allora al petto della madre mesta
.

POESIE SULLA MORTE.

LA MORTE E’ LA CURVA DELLA STRADA – FERNANDO PESSOA

La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.

Poesie sulla morte:

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POESIE SULLA MORTE.

FRANCO ARMINIO, DA “CEDI LA STRADA AGLI ALBERI”

Il poeta e paesologo come sempre ci regala una poesia delicata ma incisiva, che sa arrivare dove vuole arrivare. La missione di Arminio sembra essere quella di donare un instancabile e necessario messaggio di necessaria dolcezza e premura. Attraverso le sue poesie vuole ricordarci la mai banalità del piccolo, che sia gesto o paese.

Non solo dobbiamo morire

ma prima di noi

assistiamo alla morte degli altri,

lenta o improvvisa, sempre ingiusta,

infame, orrenda.

Chiarito che contro la morte

nulla possiamo,

non abbiamo altro da fare

che stare attenti

e donarci

un attimo di bene, uno alla volta,

uno per noi e uno alla volta,

uno per noi e uno per gli altri.

Possono essere persone care

o persone sconosciute, poco importa,

quello che conta è rubare il seme del bene

e piantarlo sulle facce della gente.

POESIE SULLA MORTE.

HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO, ALMENO UN MILIONE DI SCALE – EUGENIO MONTALE

Impossibile non conoscere una delle poesie più belle di Eugenio Montale. L’autore affronta la scomparsa dell’amata parlando della profondità dell’assenza, l’infinitesimale vuoto ad ogni gradino. Il poeta ha scritto anche un’altra bellissima poesia dedicata alla moglie (la trovate più in basso).

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

POESIE SULLA MORTE.

DICONO CHE LA MIA SIA UNA POESIA D’INAPPARTENENZA – EUGENIO MONTALE

Dicono che la mia

sia una poesia d’inappartenenza.

Ma s’era tua era di qualcuno:

di te che non sei più forma, ma essenza.

Dicono che la poesia al suo culmine

magnifica il Tutto in fuga,

negano che la testuggine

sia più veloce del fulmine.

Tu sola sapevi che il moto non è diverso dalla stasi,

che il vuoto è il pieno e il sereno è la più diffusa delle nubi.

Così meglio intendo il tuo lungo viaggio

imprigionata tra le bende e i gessi.

Eppure non mi dà riposo

sapere che in uno o in due noi siamo una cosa sola.

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POESIE SULLA MORTE.

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